Un Ticino attrattivo per gli ottimi contribuenti

Il Ticino deve continuare a migliorare le proprie condizioni quadro: burocrazia snella, pressione fiscale contenuta, propensione alla formazione e alla ricerca, inclinazione coraggiosa agli investimenti in infrastrutture, nonché cura della qualità di vita e dei servizi alla popolazione.

Da molti anni il nostro Cantone si contraddistingue nel contesto intercantonale per essere un territorio con una fiscalità attrattiva per i bassi redditi, moderata per i redditi medi e poco interessante per gli alti redditi. Lo scopo della proposta parlamentare presentata oggi martedì 27 luglio 2021 in conferenza stampa dal PLRT è di migliorare l’attrattiva fiscale del territorio ticinese per gli alti redditi, che sono un’importantissima fonte finanziaria per molte realtà locali, nonché per l’intero Cantone. Per Alessandra Gianella (prima firmataria), Alessandro Speziali ed Emilio Martinenghi il Ticino deve continuare a migliorare le proprie condizioni quadro, costituite da una burocrazia snella, una pressione fiscale contenuta, una propensione alla formazione e alla ricerca, un’inclinazione coraggiosa agli investimenti in infrastrutture, nonché dalla cura della qualità di vita e dei servizi alla popolazione. Fattori che – insieme a un mercato del lavoro corretto – non potranno che invertire la tendenza allo stallo demografico e alla perdita di velocità del nostro territorio.

Il Canton Ticino ha portato avanti negli ultimi anni due riforme: una per attenuare l’imposta sulla sostanza delle persone fisiche (in vigore dal 1. gennaio 2018) e l’altra per attenuare l’imposta sull’utile delle persone giuridiche (in vigore dal 1. gennaio 2020). Tuttavia, nulla è stato ancora fatto per l’imposta sul reddito. L’aliquota d’imposta cantonale massima resta sempre quella del 15,076% e il Ticino continua a navigare nelle ultime posizioni – registrando purtroppo una emigrazione di persone fiscalmente molto interessanti. È fondamentale, soprattutto in questo momento storico, innescare due dinamiche:

  1. evitare la partenza di contribuenti abbienti verso altri Cantoni o Paesi. Non si tratta di uno spauracchio, bensì di una vera e propria perdita per le casse pubbliche che purtroppo si registra, anche perché le persone fisiche sono molto mobili (ricordiamo che il 3% paga il 35% del totale del gettito);
  2. attirare nuovi contribuenti dagli altri Cantoni o Paesi.

Il Canton Ticino si mantiene al 22° posto della classifica intercantonale per quanto attiene l’imposizione cantonale e comunale degli alti redditi. Se teniamo conto anche dell’imposta federale diretta, il prelievo fiscale massimo in Ticino sale al 40.6%, quasi il doppio di quello di Zugo (22.4%) e poco lontano dalla maglia nera Ginevra (45%). Dei Cantoni confinanti con il nostro, Vallese ha una pressione fiscale massima del 36.5%, Uri del 25.3% e Grigioni del 32.2%. In considerazione del recente accordo sulla tassa minima globale al 15% per le grandi imprese, il Ticino si pone, anche grazie a questa riforma, in modo competitivo sul piano internazionale. Visto che la Svizzera diventerà meno attrattiva per queste grandi imprese, il nostro obiettivo è di giocare nuove carte sul piano dell’imposizione sulle persone fisiche – e il Ticino non può permettersi di confermarsi tra i fanalini di coda.

Lo scopo finale della proposta è di assicurare sul medio termine un consolidamento del substrato fiscale, le cui imposte servono a continuare a finanziare investimenti, servizi e beni da parte dello Stato. Sul medio periodo si tratta quindi di rafforzare il gettito fiscale, a tutto vantaggio anche della redistribuzione della ricchezza e delle fasce meno abbienti. Non si può invece pensare di investire la Legge tributaria con un compito di politica sociale – per la quale esistono altri strumenti molto più sensati ed efficaci.

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